Ci sono delle regole per avere successo nel web. O, meglio, dei trucchi, anzi, trucchetti, per far sì che i propri post vengano condivisi da molti. Sono trucchi che funzionano, e che costano poca fatica, tutto sommato. Però seguirli non significa scrivere bene. Significa, solamente, pensare alle condivisioni, inseguendo l’illusione edonistica di essere dei grandi blogger. Come se questo contasse davvero qualcosa, oggi, avere 100, 200 o anche 1000 fan sulla propria pagina (tra parentesi, provate a leggere i consigli di Vibrisse su questo tema). Ma quali sono questi trucchi per scrivere un post di successo?

1 La foto

Sempre, sempre, sempre la foto di una bella ragazza. O di un bel ragazzo. Ma proprio sempre. Perché? Perché l’occhio vuole la sua parte, e soprattutto non vuole stancarsi. Lasciate stare i grafici, come quelli usati da Jovanotti per il suo disco. Piuttosto mettete la foto della moglie di Lorenzo.

2. Il buon senso

Dimenticatelo. Non è il buon senso quello che regola il web. E nemmeno il mondo reale, a dire il vero. Il vero impero è quello del senso comune. Una volta capito questo diventerà tutto più semplice, addirittura banale. E smetterete di cercare per ore un tema profondo, un argomento interessante o un punto di vista originale sul tema del giorno: tutta fatica sprecata. Un vero post può:

  1. confortare il senso comune
  2. opporsi al senso comune
  3. ignorare il senso comune
  4. ragionare attorno al funzionamento del senso comune

Giulio Mozzi di Vibrisse, provocatorio, afferma che nel primo caso il post attirerà l’attenzione dell’80% dei lettori. Nel terzo e quarto caso la percentuale è irrisoria. Quindi, se volete un post di successo senza far troppa fatica parlate di banalità: questa è l’estate più calda di sempre (lo è sempre, non sbagliate mai), i politici sono tutti ladri, i vegetariani rompono le scatole, i carnivori sono insensibili. Insomma, avete capito, date aria alla bocca senza pensare. Funziona sempre. Davvero.

3. Siate inflessibili

Moralmente. Ergetevi a paladini della giustizia, fustigate i pubblici costumi, siate soloni del buon costume. Inflessibili contro ogni piccolo errore, contro chi scrive con le k, contro qualsiasi cosa. Non è importante che siate coerenti, nella vita reale: essere inflessibili richiede solo parole, niente di più.

4. Prendete posizione

Qualsiasi cosa capiti, dite la vostra. Avete ascoltato un album che vi è piaciuto? Ditelo. Anzi, meglio se non vi è piaciuto, alla gente piace leggere stroncature e cattiverie gratuite. L’importante è non perdere tempo in argomentazioni: nessuno le legge, sono difficili da scrivere, vanno contro il senso comune (vedi punto 2) e impediscono di essere inflessibili (vedi punto 3). Su qualsiasi argomento, sia che parliate della pena di morte che di 50 sfumature di grigio, prendete posizione a priori, funziona sempre.

5. Nessun dubbio

Mi raccomando, non esprimete nessun dubbio. Non cercate distinzioni, non ne vale la pena, genera discorsi lunghi e complessi e impedisce di avere una posizione netta. Siate contro o a favore a qualcosa, che ne so, agli OGM, e non cambiate mai idea. Inutile perdersi a discutere del significato di Organismo Geneticamente Modificato, e di come l’evoluzione stessa funzioni sui mutamenti accidentali del materiale genetico, e che una popolazione immutabile è destinata all’estinzione, e che persino i celacanti mutano, lentamente ma mutano e che… ecco: visto? Discorso lungo, difficile e apre mille parentesi. Molto più semplice dire “sono contro perché no”.

6. Serve un colpevole

Carthago delenda est: un nemico serve sempre. Perché ci deresponsabilizza. Ed evita di ricercare le cause: le cause richiedono approfondimenti, un colpevole richiede solamente un autodafé (mediatico e non). La crisi della musica è colpa dei produttori, quella dell’editoria degli editori; non spiegate l’importanza del digitale, puntate il dito contro i grandi vecchi. E, ricordo, nessuna spiegazione.

7. Svelate un complotto

Meglio ancora di un colpevole è una serie di colpevoli associati. Non importa che questa organizzazione segreta, talmente potente da irrorare il mondo di scie chimiche e da impiantare microchip nella testa di ognuno, sia assolutamente inventata. Le teorie del complotto sono un evergreen, funzionano sempre, e possono essere difese facilmente: chi nega il complotto è complice lui stesso del complotto. Facile, no?

8. Non attaccate chi vi può colpire

Però, l’importante, è che non vi mettiate a litigare con un protagonista del complotto. Quindi, o scegliete di attaccare i rettiliani (che tanto sono impegnati a conquistare la galassia) oppure qualcuno che ha cose ben più importanti che badare a voi: il presidente degli Stati Uniti, che tanto non legge l’italiano, va benissimo. Lasciate perdere i politici italiani attivi su Twitter e Facebook, potrebbero rispondere. Meglio la Merkel, che ha ben chiaro il valore dei post di successo: cioè nullo. Poi, visto che ci siete, sbandierate che né Obama né la Merkel hanno il coraggio di rispondervi, e usatela come dimostrazione della vostra importanza. Alla gente piace la gente che dice di essere importante. E condivide contenta i post dei sedicenti vip.

9. La fonte

La fonte è sempre anonima, ovviamente. Sai mai che qualcuno abbia voglia verificare. Come? Qualcuno può pensare che non esista nessuna fonte? Beh, sì, e probabilmente avrebbe anche ragione. Ma voi trinceratevi dietro la protezione della fonte, il testimone che ha assistito all’evento epocale senza scattare nessuna foto. Che diamine, siamo professionisti anche noi: Lercio non rivela le fonti, perché dovremmo farlo noi?

10. Non discutete

Infine, se doveste finire in qualche discussione, nei commenti o su Facebook, ricordate le regole d’oro per uscire sempre vincenti:

  • attribuite idee idiote al vostro avversario. Non sono le sue? Beh, non è importante, voi continuate ad attribuirgliele.
  • qualsiasi ragionamento che vi contraddice è solo un “esercizio dialettico” senza né capo né coda. Sempre.
  • accusate il vostro avversario di avere un interesse personale (l’evergreen chi ti paga? funziona sempre). Ripetetelo a ogni occasione, anche quando non c’entra nulla.
  • non rispondete mai alle domande, soprattutto se chiedono particolari, argomentazioni o di contraddire i punti precedenti.

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